Il sorriso di Federico - scritto da Agnese Pellegrini

A Milano, il primo centro italiano di Smile House

Federico ha tre mesi, e da grande diventerà alto. Roberta, la madre, misura 1,80 m, il padre arriva ai due metri. E, infatti, nel carrozzino Federico ci sta stretto. Agita i piedi e muove le mani, sorridendo con gli occhi. Li ha azzurri, di una tonalità più chiara di quelli della madre, che sono color del mare quando è mosso. È un bel bambino, non c'è che dire. Anche se, a Roberta, i medici avevano consigliato di abortire.

«Io e mio marito avevamo già due figlie, ma volevamo il maschio», racconta Roberta. «Per questo, quando la prima ecografia confermò che sarebbe nato un maschio, fummo felicissimi. Poi, però, al terzo mese di gravidanza il ginecologo mi disse che il bambino sarebbe nato con una labiopalatoschisi completa monolaterale destra». Detto in altri termini, il piccolo avrebbe avuto il labbro leporino e il palato non gli si sarebbe formato correttamente. Una doccia fredda, almeno all'inizio.

«I medici mi consigliarono di abortire. Del resto, mi dissero, avevo già due figlie», ricorda con amarezza Roberta. «Non nego, ovviamente, che furono giorni difficili. Tuttavia, dopo averne parlato a casa, fummo tutti d'accordo che quel bambino lo volevamo. E lui voleva noi: durante un'ecografia, sembrava che facesse "ok" con la mano. In quel momento ho deciso per il sì. Come si può uccidere un bambino per un labbro spaccato?». Già, guardi Federico e la risposta non la trovi.

Il piccolo cerca di farsi notare con gorgoglii e sorrisetti furbi. È curioso e attento, dimostra proprio di più dei suoi tre mesi. Roberta lo abbraccia con lo sguardo, così come solo le mamme sanno fare, avvolgendolo con una coperta di protezione e amore.

«Ho avuto la fortuna», continua Roberta, «di essere indirizzata al San Paolo, dove ho trovato medici che mi hanno saputo dare tutte le informazioni, sostenendomi e spiegandomi ciò di cui avevo bisogno. Molte mamme vanno nel panico perché non sanno di cosa si tratta e non sanno a chi rivolgersi. Con i medici del San Paolo e l'associazione dei genitori, invece, noi non ci siamo mai sentiti soli».

I bimbi che nascono con la labioschisi sono molto più numerosi di quanto si pensi: 1 ogni 1.000, dicono le statistiche, e nel reparto di Milano in un anno di attività sono stati visitati circa 500 piccoli pazienti e operati 80.

Arrivano da tutta Italia perché è l'unica Smile House del Belpaese dove trovano l'équipe composta dal professor Roberto Brusati e i suoi chirurghi, la professoressa Giovanna Garattini e la dottoressa Maria Costanza Meazzini, ortodontiste, oltre alla dottoressa Angela Rezzonico per la logopedia.

«Incontriamo mamme piene di ansia», spiega la professoressa Giovanna Garattini, «e io mi preoccupo di fornire le risposte a ogni loro dubbio. Ci sono tanti pregiudizi verso questi bambini: è fondamentale la diagnosi precoce, per permettere ai futuri genitori di acquisire tutte le informazioni su questa patologia».

Federico è già pronto per il suo primo intervento: Roberta starà con lui, sempre. È una mamma forte e molto pragmatica. Non si spaventa facilmente e ha energia da vendere. Intanto, dal carrozzino il piccolo sorride. Per la fretta di uscire, questa mattina non gli è stato messo il cerotto, e il suo labbro si apre in due, un sipario su gengive tenute assieme da una placchetta. Ha gli occhi grandi e puri, come l'acqua. E il suo è il sorriso più bello del mondo.

Pubblicato sul sito Vivereinarmonia.it